Cos'è una sceneggiatura? La sceneggiatura è un racconto per immagini. Praticamente si tratta di scrivere con le parole tutto quello che si dovrebbe vedere nel film o nel cortometraggio. In genere, anche nella sceneggiatura non ci vanno indicazioni di movimenti di macchina o di inquadrature, a meno che non siano strettamente indispensabili. Vanno inseriti invece i dialoghi e i rumori, ma non va indicata la musica.
Quando si scrive una sceneggiatura non bisogna dare nulla per scontato: più ricca è di dettagli riguardanti il movimento, più sarà semplice da realizzare. Tuttavia bisogna ricordarsi di non approfondire mai troppo specificamente le descrizioni dei luoghi o delle persone. O meglio: si può farlo, ma poi bisognerà fare i conti con le effettive risorse di cui si dispone.
Nella sceneggiatura vanno indicati gli stati d'animo dei protagonisti attraverso la descrizione delle loro espressioni o dei loro gesti.
Esistono tre modi per scrivere una sceneggiatura.
Il primo modo è detto ALL'ITALIANA e consiste in questo:

sulla colonna di sinistra vengono riportate le descrizioni delle scene, mentre sulla colonna di destra vengono segnalati i dialoghi o il sonoro in genere (rumori particolari, versi di animali, etc.)
Il secondo tipo è detto ALLA FRANCESE: le descrizioni sono scritte a tutta pagina, mentre il sonoro e i dialoghi sono scritti a destra.
Il terzo tipo è quello ALL'AMERICANA: le descrizioni sono scritte a tutta pagina e i dialoghi stanno al centro della pagina stessa.
Cos'è una scena?
In linea generale, una scena è una sequenza in cui si rispettano le unità di tempo, di spazio e di personaggi.
Detta in parole povere, una scena è la parte di una sceneggiatura che si distingue dalle altre perchè, quando finisce, cambia il tempo, oppure lo spazio o cambiano i personaggi.
Le scene vanno numerate con un numero progressivo e va indicato se si svolgono in un ambiente chiuso o aperto e se si svolgono di mattino, pomeriggio o sera.
Quindi, il titolo di una scena è pressapoco così:
SCENA 1. INTERNO SALOTTO - NOTTE, oppure
SCENA 2. ESTERNO PARCO - GIORNO.
Ed ecco di seguito la nostra sceneggiatura (scritta all'americana per problemi di formattazione).
SCENA 1. ESTERNO, VIALETTO - POMERIGGIO
La mano destra di un ragazzo stringe un manubrio; la mano è più grande del manubrio e lo nasconde. La mano sinistra è nella stessa posizione, sull'altra parte del manubrio. Il volto del ragazzo ha un'espressione esaltata, grintosa e aggressiva; sta guardando fisso davanti a sè. E' in lento movimento verso avanti. Una rotella di un triciclo gira lentamente muovendosi in avanti. Il ragazzo sta spostandosi con un triciclo sul vialetto di fronte alla sua casa; il triciclo ha l'aria di essere stato usato per molti anni: è un po' consumato e rovinato. Il ragazzo cerca di muoversi dando delle vigorose spinte con le gambe e con i piedi; procede come se fosse su una bici, si guarda intorno e ogni tanto si ferma e poi riprende.
I suoi genitori sono sulla porta di casa e lo guardano scuotendo la testa. La madre ha un atteggiamento molto protettivo: ha in mano un vassoio con delle cibarie per la merenda. Il padre si avvicina al figlio con aria autoritaria.
PADRE:
"Ma basta! Ma non ti rendi conto che sei ridicolo?! Hai 16 anni!
Sarebbe ora che la smettessi con questo triciclo! E poi è vecchio... è da buttare!"
Pino si protende verso il manubrio per abbracciare il triciclo e difenderlo.
PINO:
"No, papà! No! No! Non se ne parla neanche! Il mio triciclo va benissimo!
Ce l'ho da un sacco di tempo!"
Il padre, arrabbiato e afflitto, torna verso la madre, rimasta in silenzio. Pino continua a "pedalare" soddisfatto.
SCENA 2. ESTERNO, CORTILE DELLA SCUOLA - MATTINO
Tutti i ragazzi stanno entrando a scuola; sopraggiunge Pino in quel momento con il triciclo e lo zaino sulle spalle.
Le mani di alcuni ragazzi stanno chiudendo i lucchetti delle loro bicclette sulla rastrelliera. Uno dopo l'altro chiudono le catene e fuori della rastrelliera Pino chiude il lucchetto del suo triciclo. Un gruppetto di ragazzi (circa una decina) non è ancora entrato a scuola e sta chiacchierando lì vicino. Uno di questi si gira, vede Pietro intento a legare il triciclo e richiama l'attenzione degli amici.
RAGAZZO UNO:
"Guarda chi si vede! Il solito scemo che viene a scuola col triciclo!"
Tutti i ragazzi guardano Pino e si mettono a ridere; lo prendono in giro.
RAGAZZO DUE:
"Ce l'hai il succhiotto? E l'orsetto di pezza?"
RAGAZZO TRE:
"Hai paura del buio? Non ti preoccupare che stasera ti veniamo a raccontare una favola!"
Risate
Suono della campanella
Al suono della campana i ragazzi entrano a scuola ridendo; Pino rimane fuori da solo. Ha uno sgiardo triste e pensoso. Poi entra anche lui a scuola.
SCENA 3. ESTERNO, VIALETTO - POMERIGGIO
Pino sta correndo sul triciclo lungo il vialetto. Il padre arriva in automobile; scende e lo saluta.
PADRE:
"Ciao Pino! Vieni che c'è una sorpresa per te!"
Pino abbandona per un momento il triciclo e si dirige verso l'auto del padre. Nel frattempo il padre ha aperto il bagagliaio e sta irando fuori una bicicletta nuova. Chiude il bagagliaio. La bicicletta è molto bella, sportiva, da uomo, di colore rosso fiammante.
Pino si avvicina all'auto del padre, ma si arresta di colpo con aria delusa.
PADRE:
"Ti ho comprato una bicicletta! Ormai sei grande, devi usare la bicicletta! Forza, provala!"
PINO:
"Ma a cosa mi serve una bicicletta?! Ho già il mio triciclo!"
Pino ritorna sul triciclo; il padre lo guarda con aria seccata. Rassegnato, porta la bicicletta dentro il giardino e la lascia bene in vista. Rivolge un'ultima occhiata al figlio e rientra in casa.
SCENA 4. ESTERNO, CORTILE DELLA SCUOLA - MATTINO (ore 13.00)
Un gruppo di quattro o cinque ragazzi esce di scuola; tra di essi c'è anche una ragazza molto carina. Stanno chiacchierando tra di loro e si avvicinano alla rastrelliera delle biciclette. Pino li segue, uscendo a sua volta dalla scuola; anche lui si dirige al triciclo ma continua a guardare imbambolato la ragazza che gli piace. La ragazza si accorge del suo sguardo e lo saluta.
RAGAZZA:
"Ciao Pino!"
PINO (scosso):
"Ah... ciao!"
RAGAZZA:
"Noi torniamo a casa; vuoi fare la strada con noi?"
PINO:
"D'accordo!"
Gli altri ragazzi hanno già slegato le biciclette e sono pronti a partire; Pino invece sta cominciando ad aprire il lucchetto.
RAGAZZO QUATTRO:
"Dai facciamo una gara! Vediamo chi arriva a casa per primo!"
Pino sale in sella al triciclo e fa per seguire le altre bici che sono già partire. Purtroppo però resta indietro, prova a pedalare ma non ci riesce. Si arrabbia con se stesso e con il triciclo.
PINO:
"Ma cos'hai?! Forza, corri!"
Mentre cerca di avanzare, continua a guardare il gruppo di ragazzi ormai sempre più lontani. In un moto di rabbia rompe il triciclo. Pino, sotto shock, guarda il triciclo rotto e si sente triste; vorrebbe poterlo aggiustare, ma non ci riesce. Guarda nuovamente nella direzione in cui si sono diretti i ragazzi, ma ormai non li vede più. Pino resta lì, a fissare il triciclo rotto.
SCENA 5. ESTERNO, GIARDINO E VIALETTO - POMERIGGIO
Pino è seduto sull'erba del giardino e sta guardando il triciclo rotto. Ha laria triste. Si tiene la testa con le mani. Prova a girare i pedali con la mano, ma non cambia nulla. Allora prende da terra un sassolino e lo lancia addosso al triciclo; il sasso va a finire vicino alla bici nuova. Pino la guarda con aria esitante, poi guarda di nuovo il triciclo. Si alza e la va a prendere. Prova a salire sulla sella, a mettere i piedi sui pedali, ma non riesce a mantenere l'equilibrio e cade. Allora scende, si mette accanto alla bicicletta tenendola per il manubrio e poi lascia la presa: la bici cade. Pino la guarda con aria perplessa; va vicino al triciclo e ne conta le ruote. Fa il segno di tre con le dita tra sè e sè. Poi va alla bicicletta e vede che le ruote sono due; fa il segno di due con le dita. Pino prende la bici e la accompagna sul vialetto; fa vari tentativi di pedalare dino a che non acquisisce sicurezza e riesce a percorrere tutto il vialetto.
Mentre corre a gran velocità sorridente e soddisfatto per il traguardo raggiunto, vede che fuori da ogni casa del vialetto è parcheggiata una bicicletta.